La rivoluzione di velluto
Il 29 dicembre 1989
Già dalle prime ore del mattino del 29 dicembre 1989
moltissimi abitanti di Praga avevano cominciato a dirigersi
verso piazza San Venceslao. Erano migliaia di persone che
andavano ad affollare non solo la piazza ma anche le vie
adiacenti. La tradizione cecoslovacca vuole appunto che
i presidenti neoeletti salutino la folla subito dopo la
loro nomina.
E poco prima delle
13 il momento tanto atteso: al balcone del palazzo dove
ha sede il Forum si affaccia il presidente Havel. Sulla
piazza echeggiano le sue parole: "Cari amici, qualche
istante fa, dal parlamento, sono stato eletto all'unanimità
presidente della nostra repubblica. Vi ringrazio tutti,
boemi, slovacchi e membri delle altre nazionalità,
per il vostro aiuto. Vi prometto che non deluderò
la vostra fiducia e porterò questo paese alle elezioni
libere. Questo obiettivo deve essere realizzato in modo
pacifico per non sporcare la faccia pulita della nostra
rivoluzione. t un compito di tutti noi. Vi ringrazio".
Verso sera un maestoso
Te Deum, diretto dal cardinale Frantisek Tomasek nella cattedrale
di San Vito, che ricordava quasi le gloriose incoronazioni
dei re di Boemia, concludeva solennemente questo giorno,
importantissimo per i cechi, che ha segnato un passo storico
nel cammino verso la democrazia e la libertà sulla
strada del riavvicinamento all'Europa.
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