KAREL CAPEK
Capek (1890-1938) rappresenta nella letteratura boema un simbolo di democrazia, di umanità e di libertà.
Capek identifica il più grande dei pericoli nell'assolutismo di opinione, nella fede che la propria verità sia l'unica giusta e nella voglia di far trionfare la propria verità anche con la forza. Insieme con suo fratello Josef ha scritto l'opera teatrale "Dalla vita degli insetti" (1921), in cui critica soprattutto l'egoismo intollerante della gente. Molto conosciuto è soprattutto il dramma utopico "RUR (Rossum's Universal Robots)" del 1920, in cui appare per la prima volta il termine robot. Altri romanzi utopici, conosciuti in tutto il mondo, sono: "La fabbrica dell'assoluto", 1922, un ritratto delle deformazioni del mondo umano, "Krakatit", 1924, la storia di un 'inventore che ha la capacità di creare l'energia atomica e "La guerra con le salamandre", 1936, una storia fantastica di animali intelligenti che portano sotto il proprio potere tutto il mondo civilizzato.
Capek era anche un ottimo giornalista e autore di racconti di viaggi, che parlano dei suoi giorni trascorsi in Italia, in Inghilterra, in Spagna.
Negli anni trenta, quando in Europa si ingrandisce l'ondata del fascismo, Capek disperatamente difende gli ideali dell'umanesimo e della libertà. Le sue opere drammatiche, come "La madre", rappresentano la denuncia della brutalità con cui il fascismo si preparava alla guerra. Sono anche le sue ultime opere
|